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CHE AMORE IL CIOCCOLATO
di Marina Sancito

I popoli precolombiani conoscevano il cioccolato e lo gustavano sotto forma di bevanda. Oggi, come allora, il cioccolato é tra gli alimenti più amati e, a buon diritto, é da tutti definito ?cibo degli dei?.

Xocolàtl

Si fa risalire la scoperta del cacao al conquistatore Hernan Cortès quando nel 1519 occupò la bellissima città di Tenochtitlan, oggi Città del Messico, distruggendo la civiltà Azteca. Ma il cacao era conosciuto ancor prima da tutti quei popoli che abitavano la penisola dello Yucatan e il Centro America. Furono gli Olmechi e poi i Maya a conoscere per primi il cioccolato e la parola xocolàtl deriva dall?antica lingua nahuatl. I Maya del Belize, una piccola nazione confinante con il Guatemala, conoscevano il cioccolato già nel 600 a.c ed è del 2002, a Colha, la scoperta di vasi in terracotta che riportano tracce di questa bevanda cara ai popoli del dio serpente. Le analisi condotte su un reperto di un vaso suggeriscono che il popolo Maya e i suoi predecessori bevessero cioccolata più di 2600 anni fa. Molte testimonianze riferiscono che solo i nobili, la casta sacerdotale e i capi guerrieri potevano cibarsi della famosa bevanda chiamata ?cibo degli dei?.

La lavorazione
I semi del cacao venivano seccati al sole e poi macinati su una pietra ricurva chiamata metate. La pasta così ottenuta veniva diluita in acqua: non si conosceva lo zucchero ed ecco perché xocolàtl significa letteralmente ?acqua amara?. Ci sono dipinti in cui si vede versare il contenuto di un vaso cilindrico in un altro facendolo cadere da una certa altezza, questo era il metodo preferito per ottenere una schiuma densa che, sembra, fosse la parte più apprezzata e che veniva degustata con preziosi cucchiai d?avorio o di tartaruga. Grazie ai conquistadores la cioccolata arrivò in Europa, e per molto tempo la Spagna ne detenne il monopolio assoluto, ma sempre e solo come bevanda.

cioccolato

A Modica i primi arrivi

Nel 1580 gli Spagnoli cominciarono a spedire i semi di cacao a tutte le loro colonie. Così sicuramente la Contea di Modica, nella Sicilia Sud-Orientale, fu la prima nella nostra penisola a conoscerne la lavorazione, poiché da tempo dominata dalla Spagna. Ma oggi si ritiene ancora che fu il Marchese Francesco Antonio Carletti, grande viaggiatore, nel 1606 a portare per primo in Italia alcuni frutti del cacao e subito la cultura del cioccolato si diffuse in Toscana, a Venezia e in Piemonte. Persino la Chiesa si occupò direttamente di questo prodotto ed è nel 1569 che Papa Pio V dichiara che la cioccolata non rompe il digiuno quaresimale poiché é una bevanda!

Ritenuta un vero toccasana
Anche a quei tempi erano note le grandi proprietà nutrizionali del cioccolato, tanto che si narra addirittura che venisse data ai soldati aztechi per sopportare meglio le fatiche dei combattimenti e che l?imperatore Montezuma ne bevesse più di 50 tazze al giorno per sostenere le fatiche nel suo grandissimo harem. L?arrivo in Francia lo si deve invece ad Anna d?Austria, figlia di Filippo III°, che andò sposa a Luigi XIII. Sembra che avesse portato con sé tutta l?attrezzatura per la cioccolata e che se la facesse preparare espressa dalla sua damigella. Nel 1650 il cacao apparve in Inghilterra. La prima cioccolateria fu aperta a Londra nel 1657, ma il costo elevato la rese una bevanda elitaria fino alla Rivoluzione Francese. Alla fine del ?600 si diffuse in Belgio, Germania e Svizzera. Verso il 1720 i caffè di Firenze e Venezia offrivano un cioccolato talmente buono che la loro reputazione superò i confini del paese. In America arrivò solo nel 1755.

Nasce la lavorazione del cioccolato

Il Dott. Joseph Fry di Bristol fu il primo a produrre il cioccolato utilizzando un motore a vapore per macinare i semi nel 1795, ma dobbiamo all?olandese C. J. Van Houten l?invenzione, nel 1828, di una macchina per spremere i semi ed estrarne il burro di cacao. Nel 1875 lo svizzero Daniel Peter aggiunse per primo del latte condensato al cioccolato ottenendo il famoso cioccolato al latte, ma fu lo svizzero Lindt ad inventare il processo di raffinazione del cioccolato, cioè il concaggio. Nasce il cioccolato ?fondente? così fine da essere ben lontano dallo xocolàtl della conquista del Messico.

 

 
ricette
Calda o fredda?
I Maya amavano bere la cioccolata calda con l?aggiunta di farina di mais e spezie come vaniglia, cannella e peperoncino. Proprio come oggi fanno i nostri maestri cioccolatieri, anche nell?era precolombiana si preparavano deliziose misture creative che andavano da quella più fluida ad una versione più solida. A differenza dei Maya, gli Aztechi preferivano bere la cioccolata fredda. Si racconta che dalle cime del vulcano Popocatepelt i servi portassero la neve per la bevanda dell?imperatore.

 

Il cioccolato in Spagna

Furono le suore spagnole che trasformarono la xocoàtl azteca, amara e servita fredda, in quella che poi divenne ?la cioccolata? aggiungendo lo zucchero e proponendola bollente. Subito dopo la sua diffusione, nel paese nacquero i chocolateros. Interessante ricordare che a Villajoyosa, sulla costa di Alicante, nell??800 questi artigiani giravano per la cittadine portando sulle spalle il metate e sottobraccio dei sacchetti di semi di cacao. Per pochi pesos si fermavano davanti alla porta di casa e frantumavano i semi, esattamente come veniva fatto in era precolombiana dai Maya e dagli Aztechi per chi desiderava una ?cioccolata espressa?..

 

Dedicata alle lettrici
La ricetta di questa squisita torta é stata gentilmente offerta alle lettrici di più Cucina dal maestro cioccolatiere Paul De Bondt, tra i migliori 5 cioccolatieri al mondo. Se volete conoscere più da vicino Paul, andatelo a trovare a Pisa in via Turati.

 

Sostanza preziosa
E? ormai dimostrato scientificamente che il cioccolato non è un afrodisiaco, ma contiene sostanze naturali che stimolano particolarmente l?organismo. Sicuramente è un grande nemico della depressione grazie alla presenza della serotonina. Giacomo Casanova lo chiamava il suo ?elisir d?amore? e lo beveva al posto dello champagne.